PARASITE


Orario Proiezioni
Venerdì 18:00-20:30 Sabato 18:00-20:30 – Domenica 18:00-20:30 Prezzo biglietto € 3,00 Tessera 2020 € 8,00
Venerdi 13 Sabato 14 Domenica 15 Dicembre 2019
“Parasite”, istruzioni per l’uso. Genere: commedia nera coreana, anzi nerissima. Sottogenere: scene dalla lotta di classe in uno spazio-tempo delimitato ma dalle mille risonanze metaforiche (vedi “Brutti, sporchi e cattivi”, Ettore Scola, 1976, o “Scene di lotta di classe a Beverly Hills”, Paul Bartel, 1989), qui due abitazioni di Seul. Il seminterrato maleodorante dove vive una famiglia di poveracci, padre, madre, figlio e figlia grandicelli, tutti disoccupati; e la sontuosa villa dei ricchi di turno, padre, madre, figlio e figlia ragazzini, più una governante devota da tener d’occhio anche se non possiamo dire di più. «Com’ è metaforico!», del resto, è la battuta-tormentone di questo film che remixa con diabolica allegria ogni possibile registro, comico, drammatico, erotico, thriller, horror, perfino sentimentale, riuscendo a scuotere e a spiazzare fino al gran finale. Che lega in un unico destino queste famiglie tanto lontane, sotto ogni profilo, quanto oscuramente complementari. E bisognose l’una dell’altra. Palma d’oro a Cannes, una delle palme accolte con maggiori consensi nella storia del festival, “Parasite” ha un altro dono oggi raro. Benché profondamente politico, è uno di quei film che possono unire i pubblici più diversi coniugando la massima efficacia spettacolare a una carica simbolica esplosiva grazie alla sfrenata inventiva dello script, alle performance millimetriche degli attori. E a un uso geniale degli spazi che trasforma le due case del film in metafore viventi della nostra psiche (o della nostra società, è lo stesso). Con gli strati invisibili (o rimossi) nascosti sotto quelli in evidenza, e le zone di confine che mettono – caoticamente – in contatto il mondo di sopra e quello di sotto, per citare er Cecato. Altro più non si può dire senza guastare la sorpresa. Bong Joon-ho cita, giustamente, la santa trinità Hitchcock- Clouzot-Chabrol. Ma ai maestri aggiunge la capacità di trasformare ogni cosa, un paio di mutande, un cellulare, un odore sbagliato, in un’arma. Uno sguardo divertito e quasi affettuoso su questo microcosmo in cui nessuno è buono o cattivo fino in fondo, anche se accadono cose tremende. La colonna sonora di Jung Jae-il, con incursioni di Haendel e Gianni Morandi. Si esce frastornati e pensosi, due stati d’animo che raramente convivono. A Bong Joon-ho si addicono gli opposti. Da L’Espresso, di Fabio Ferzetti

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