Martin Eden

Orario Proiezioni
Venerdì 18:00-20:30 Sabato 18:00-20:30- Domenica 18:00-20:30
Prezzo biglietto € 3,00 Tessera 2020 € 8,00
Venerdi 4 Sabato 5 Domenica 6 Ottobre 2019

Un film di Pietro Marcello.
Con Luca Marinelli, Jessica Cressy, Vincenzo Nemolato, Marco Leonardi, Denise Sardisco
Genere Drammatico
Durata 129 min
Nazione Italia
Distribuzione 01 Distribution

L’ambizione di un film popolare e politico
di Emiliano Morreale La Repubblica
Il film più originale, libero e inventivo del festival di Venezia, di una bellezza còlta e selvaggia come il suo protagonista. Pietro Marcello, autore di bellissimi documentari lirici (La bocca del lupo, Bella e perduta) esordisce nel lungometraggio di finzione e punta altissimo, con un film di un’ambizione che il cinema italiano non osava da tempo. La storia è quella del romanzo di Jack London (1909), spostata nello spazio e nel tempo. Martin è un giovane proletario che s’innamora di una ragazza borghese; per amor suo incontra voracemente la cultura, e sogna di diventare scrittore. Siamo in una Napoli fatta di tracce e presenze di tutto il Novecento: gli anni Ottanta, le camicie nere, i socialisti, gli anarchici. Eden è un eroe negativo, un individualista coraggioso ma autodistruttivo. La sua tragedia è quella di ogni artista che viene divorato dall’industria culturale, di ogni uomo che tradisce la sua classe e i suoi ideali, e ne muore. Marcello mette a frutto la sua esperienza, soprattutto nell’uso dei materiali di repertorio, che si innestano sulla storia portando le memorie di un secolo: Martin Eden è un melodramma anche in senso letterale, un film musicale che mescola alto e basso: Glinka e Debussy, Daniele Pace degli Squallor e Aznavour. Come il suo protagonista: bufalaro, avventuriero o poeta, mai bottegaio. Ed è straordinario Luca Marinelli, alle prese con un personaggio quasi impossibile, bigger than life, che recita comizi, poesie, scene d’amore come ce le sogniamo. Marcello cerca un cinema popolare e raffinato, rifiuta le vie di mezzo per puntare alla sceneggiata o al cinema di poesia (del resto la storia di Eden, dice il regista, è anche quella di Zappatore o di un film con Nino D’ Angelo). E ovviamente le scene “borghesi” sono le meno interessanti, perché sono descritte con lo stesso fastidio che avrebbe Martin Eden a raccontarli. Questo poema visivo è però anche un film profondamente politico che rifiuta l’attualità per andare alle radici culturali del nostro mondo. Non c’è una morale didascalica, ma le passioni che muovono i personaggi sono quelle ancora al fondo della nostra cultura, figlia più che mai del darwinismo sociale, ma senza nemmeno le tensioni che nutrivano le passioni dei Martin Eden, e delle masse nel cui nome loro scrivevano. Da La Repubblica

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